TOTEM NR. 1 PIAZZA MARCONI: CHIESA PARROCCHIALE SANT’ANTONINO MARTIRE Fin dalla fondazione, la sua storia cammina da sempre con le vicende della gente di Nova, condividendone gli avvenimenti ricorrenti nell’esistenza umana attraverso il tempo. La sua struttura è collocata nella piazza primaria del paese a significare l’importanza sociale della sua funzione. Non è certo l’anno in cui è stata eretta la prima chiesa di Nova; ma in un documento del 1289, “il liber notitiae Sanctorum mediolani“, manoscritto stilato in quegli anni da Goffredo da Bussero, si trova scritto: “In loco Noua, est ecclesia Sanctus Antoninus“. Nella “notitia Cleri mediolanesi de anno 1398“, una specie di registro stilato ad uso della Curia Arcivescovile, è scritto che la “cappella de Nova” risultava avere un reddito di 2 lire, soldi 4 e 9 denari e poteva quindi aspirare a divenire parrocchia nonostante le modeste dimensioni: 13 metri per 6 metri di larghezza. Venne però registrata “Parrocchiale” con la nomina del parroco solo nel 1561. Una precisa descrizione dello stato della chiesa nei secoli seguenti è fornita dalla relazione alla visita (1 ottobre 1567) di Leonetto da Clivone, il quale descrive il campanile situato “in un arco della volta” sopra l’altare a forma di “turris quadrata” provvisto di un’unica campana. Di Carlo Borromeo resta la relazione alla visita pastorale del 15-16 Luglio del 1579. Il primo ampliamento considerevole avviene su spinta del Cardinale Federico Borromeo, intorno al 1604. Nel 1751, viene ulteriormente allungata. L’edificio era allora altro circa 5 metri ed il suo campanile in cattive condizioni. Documenti dei primi anni del Seicento fanno ritenere i lavori seicenteschi veri e propri rifacimenti, mentre l’allungamento settecentesco porterà l’edificio, alto circa 10 metri, largo 12, lungo 23, un pò più a ridosso alla piazza. Nel 1842, la chiesa passa da una a tre navate, inglobando l’antico cimitero situato in adiacenza sul sentiero di passaggio del villaggio (lungo l’attuale via Madonnina). I lavori si concluderanno nel 1847. La forma attuale della chiesa la si deve ai lavori di ampliamento del 1921-1923 e alla modifica del presbiterio del 1935-1936, effettuato dall’architetto prof. Giovanni Barboglio, illustre professionista bergamasco autore della progettazione di molte chiese. All’interno, affreschi di Cesare Secchi e Luigi Morgari, quest’ultimo autore anche delle vetrate. Nel patrimonio artistico della chiesa ci sono alcuni dipinti ad olio su tela risalenti al periodo che va dal 1600 al 1900; tra questi alcune opere realizzate da Osvaldo Bignami tra il 1897 e il 1900. Di rilevante valore artistico sono alcune tele di anonimi pittori lombardi del ‘600: “La Vergine con il Figlio e Santa Caterina“, “Consegna delle chiavi a Pietro“, “La Vergine con il Figlio e i Magi“. |
TOTEM NR. 2 PIAZZA MARCONI: I CORTILI I Novesi erano soprannominati i “Luit“, dal nome del particolare tipo di granoturco dalle minuscole pannocchie che essi stessi coltivavano. Nonostante la nascita di piccole fabbriche, la popolazione novese restò soprattutto contadina fino al dopoguerra. Le corti erano le abitazioni rurali tipiche della zona; circondavano l’attuale Piazza Marconi e costituivano le due frazioni originarie: Cascina Meda (S. Bernardo) e Grugnotorto (S. Grato). Ogni corte era formata da un ampio cortile sul quale si affacciavano sia le abitazioni (disposte su due piani con ballatoi e loggiatoi), sia i rustici, le stalle sovrastate da fienili, portici e pollai. Gli orti, con pregiate piante da frutto, completavano l’insieme. Ogni corte ha la sua storia vissuta e raccontata nel tempo dai personaggi che l’hanno abitata in tempi remoti. Prendeva solitamente il nome di una famiglia nota per la professione che esercitava o dalle caratteristiche proprie delle persone che l’abitavano. |
TOTEM NR. 3 PIAZZA MARCONI: CARTOGRAFIA ANTICA |
TOTEM NR. 4 PIAZZA MARCONI: LE TAVOLE DEL NUOVO CATASTO 1721/1722 |
SEZIONE LITURGICA E ARCHIVIO STORICO PARROCCHIALE |
VILLA BRIVIO VERTUA-PRINETTI |
VILLA de’ BARZI |
VILLA VERTUA PRINETTI MONTICELLI |
SCUOLE ELEMENTARI al MILITE IGNOTO |
PALAZZO DUGNANI (Curt di Garlati) (cortile di via Madonnina) Antecedente al 1700 Rimane solo qualche traccia della sontuosa residenza ottocentesca dotata di uno splendido giardino all’italiana che appartenne prima ai Cittadini, ricchi possidenti terrieri di Nova, poi ai Dugnani e infine, nel 1800, ai Marzorati. |
TRATTORIA della RIMEMBRANZA con STALLAZZO |
CANALE VILLORESI |
CURT DI FUS E DAL PESINA-ex CASSINA VALERA (core di via Zara) Corte dei Fusi e del Pessina – Antecedente al 1700 Affresco Raffigurante San Sebastiano e Giobbe L’affresco, collocato sulla parete di destra all’interno della corte, è certificato di fattura settecentesca ma datato 1903. Rappresenta San Sebastiano (protettore dei campi) e Giobbe. “E’ grande l’importanza attribuita dalla civiltà contadina ai Santi protettori degli animali, indispensabili strumenti di lavoro e insostituibile fonte di reddito. Giobbe (San Giobbe per i contadini) era il santo protettore nell’allevamento dei bachi da seta. Infatti nella leggenda si narra che i preziosi insetti fossero nati dalle sue piaghe, quasi una ricompensa al pazione soffrire del Giusto”. Il restauro realizzato nel 1998, effettuato con la direzione dei lavori della Soprintendenza per i beni artistici e storici di Milano, è stato finanziato dal Rotary Club di Varedo, mediante un contributo devoluto all’associazione culturale Il Cortile a sostegno del progetto. Sotto il portico, in un angolo, è collocata un’antica pira. Manufatto in pietra utilizzato per frantumare granaglie. |
MANIFATTURA BRIANTEA Luigi Silvera |
LA CURTASCIA |
LAVATOIO |
CURT di BUSOT (corte di Piazza Marconi) |
CURT di PURCELIT (corte di Piazza Marconi) |
CURT DAL BUSCIUN (corte di Piazza Marconi) Corte del turacciolo Sotto il portico, a destra, sotto il portico, è presente una PIRA. Trattasi di un antico manufatto che veniva usato per frantumare granaglie. |
CURT dala CANONICA (corte di via Madonnina) |
CURT DI GARLATI-PALAZZO DUGNANI (corte di via Madonnina) Corte dei Garlati – Antecedente al 1700 Rimane solo qualche traccia della sontuosa residenza ottocentesca dotata di uno splendido giardino all’italiana che appartenne prima ai Cittadini, ricchi possidenti terrieri di Nova, poi ai Dugnani ed indine, nel 1800, ai Marzorati. |
CURT di MURUNIT (cortile di via Madonnina) |
CURT LUNGA-CORTE LUNGA (cortile di via Madonnina) Antecedente al 1700 La corte rappresenta il tipico edificio rurale con annessi. E’ delimitata da corpi di fabbrica o muri che formano una grande corte con un grande cortile al centro. La forma della corte è quadrangolare con il rustico (le ex stalle) contiguo ma ben separato. La corte era circondata in parte dagli edifici della cortaccia ed oggi ha al suo interno alcune costruzioni edificate negli anni ’60. Il suo aspetto corrisponde alla tipica corte padana: vi è la presenza sulla facciata dell’abitazione di ballatoi e loggiati, elementi importantissimi dal punto di vista funzionale in rapporto all’umido ambiente autunnale della regione e alla necessità di fare essiccare al sicuro dalle intemperie i prodotti tardivi della campagna e in particolare il granoturco. Sotto il portico a destra un pregiato Crocifisso in legno. Da un esame accurato e dai sopralluoghi effettuati dalla Soprintendenza dei beni artistici e storici di Milano, in occasione del progetto di restauro patrocinato dall’associazione culturale Il Cortile, si è potuto desumere una datazione approssimativa del reperto risalente alla fine del 1300 inizi del 1400. Tale tesi è avvalorata dalla semplicità della linea e dalla mancanza di approfondimento anatomico che be riconducono senza dubbio a una produzione popolare. La statua non è nata in Cortelunga ma vi è stata portata intorno al 1800 da una famiglia brianzola che venne ad abitare in questo cortile. Sotto il Crocifisso il caratteristico impianto a fornella per riscaldare l’acqua per il bucato e la cottura del cibo per le bestie. |
CURT dal FAREE-CORTE DEL FABBRO (corte di Via Madonninna) All’interno della corte, sotto il portico, è presente un’edicola, “l’Altarin da la Madona”, un segno devozionale di religiosità e arte popolare. Trattasi di un affresco raffigurante una sacra effige della Madonna Assunta. |
CURT dala VESCONA e di GHIUNI-CORTE DELLA VESCONA E DEI GHIONI (corte di Via Vismara) Il cortile è segnalato nel Catasto Teresiano del 1722 come proprietà delle monache di Brera. |
CA’ dal FATUR |
CURT dal MAREL (corte di Via Vismara) |
CURT dala CARMELA e dal CIRIVAL-CORTE DELLA CARMELA E DEL CIRIVALLO (corte di Via S. Sebastiano) |
CURT dala LECA-CORTE DELLA LECCHI (corte di Via S. Sebastiano) Statua lignea raffigurante San Domenico All’interno della corte, sotto i portici di destra, si trova una statua in legno di gelso risalente al 1500. Rappresenta una delle icone più significative rimaste a testimonianza della tradizione e della religiosità popolare contadina, particolarmente legata al culo dei Santi. “Ricordiamo che San Domenico, durante i periodi di siccità veniva posto su una carriola, portato per le contrade dai ragazzi e accompagnato da ragazze vergini; al suo passaggio veniva cosparso d’acqua dai bambini innucent (innocenti) scegliendo tra di essi i più giovani”. Il restauro, realizzato nel 1998, effettuato con la direzione dei lavori della Soprintendenza dei beni artistici e storici di Milano, è stato finanziato col contributo del Comune di Nova, degli abitanti della corte e dell’Associazione Culturale Il Cortile. |
CURT dala BESUSTRA-CORTE DELLA BESOSTRI (corte di Via Garibaldi) |
CURT di NANA-CORTE DELLA CIPRIANA (corte di Via Roma) |
CURT dal PURAS-CORTE DEI PULICI (corte di Via Roma) |
CURT dal PESS-CORTE DEI PESSI (corte di Via Roma) |
CURT dal VERTUA-CORTE DEL VERTUA (corte di Via Mariani) |
CURT dal TABACHEE-CORTE DEL TABACCAIO (corte di Via Mariani) |
CURT di SCURATT-CORTE DEGLI SCURATTI (corte di Via Mariani) In fondo al cortile, a destra, sotto il portico, è presente una PIRA. Trattasi di un antico manufatto che veniva usato per frantumare granaglie. |
CURT dal BASAN-CORTE DEL BASSANO (corte di Via Mariani) Affresco Raffigurante Madonna con Bambino e devoto L’affresco, di autore ignoto, è un’opera databile tra la fine del XVI sec. e inizio XVII. Rappresenta un ex voto per una grazia ricevuta dal “devoto” il quale (come narra la credenza popolare) deve essersi trovato in pericolo di vita cadendo nel pozzo e, invocata la grazia della Madonna, ne viene salvato. A questo fatto si deve la realizzazione dell’affresco quale ringraziamento. La Chiesa che s’intravede alle spalle della Madonna è quella di un Santuario della zona. In questi luoghi i contadini si recavano con frequenza, a piedi o sui carri, in special modo nel mese di Maggio per tradizione e antica devozione alla Vergine Maria. Il restauro, realizzato nel 1986 dalla direzione della Soprintendenza dei beni artistici e storici di Milano, è stato finanziato con il contributo degli abitanti della corte e dell’intera via, a sostegno del progetto dell’Associazione Culturale Il Cortile. |
CURT DALA BAIA-BAIA del RE (corte di Via Macciantelli) La filanda Beretta della Baia del Re è sorta nei primi anni del ‘900. Le operaie si occupavano del trattamento del filo di seta svolgendolo dal bozzolo dei bachi. Il lavoro, molto faticoso, era svolto dalle donne. Consisteva nel mettere i bozzoli a mollo in acqua bollente per uccidere la larva al suo interno e cercare il capo del filo di seta. Una volta individuato veniva attaccato all’arcolaio (apposito strumento), che lo dipanava. Ad ogni addetta veniva affidata una bambina di età compresa tra i 6 e i 12 anni il cui compito era quello di tenere acceso il fuoco che scaldava l’acqua nelle bacinelle e di girare l’arcolaio. Il lavoro si protraeva dall’alba al tramonto, per 10 – 15 ore, ed era retribuito con un misero salario. La grande umidità, le vesti inzuppate e le mani tenute per molte ore nell’acqua erano causa di molte malattie. Particolarmente soggette erano le bambine. |
CURT dala MONIGA-CORTE DELLA MONICA (corte di via Giussani) |
CURT dal LUF-CORTE DEL LUPO (corte di via Giussani) |
CURT dal BUSCIUN-CORTE DEL TURACCIOLO (corte di Piazza Marconi) Sotto il portico, a destra, è presente una PIRA. Trattasi di un antico manufatto che veniva usato per frantumare granaglie. |
CURT dal LEGURIN e dal FAREE |